06 - Danni alle colture: i metodi di prevenzione ecologici Pt.2
Abbiamo già parlato dei metodi di prevenzione ecologici per i danni alle colture scoprendo che, se sono ben installati e correttamente manutenuti, hanno un efficacia anche del 100%.
Cosa succede quando una provincia chiede all’ISPRA il parere su un piano di abbattimento e non ha attuato i metodi di prevenzione ecologici?
Ecco alcuni estratti della risposta dell’ISPRA alla Regione Abruzzo.
Dalla relazione allegata, emerge come ci sia stato un generalizzato scarso ricorso alle recinzioni elettrificate per prevenire i danni alle attività agricole causate dalla specie. Poiché l’utilizzo di recinzioni (elettrificate, ma anche permanenti) può permettere di contrastare efficacemente i danni da cinghiali ed appare coerente con le indicazioni normative che impongono che un proprietario ricorra a metodi incruenti di prevenzione dei danni, si ritiene andrebbe incentivata l’installazione e la corretta manutenzione di questi sistemi di prevenzione. Al riguardo, si evidenzia infatti come un obiettivo di riduzione dei danni possa verosimilmente essere più rapidamente raggiunto qualora si utilizzassero in modo coordinato e sinergico tecniche diverse. […] L’utilizzo prevalente dei prelievi, invece, può non risultare risolutivo, come peraltro sembrerebbe confermato dai dati riportati che evidenziano, sull’intera regione, tra il 2016 e il 2017, un incremento considerevole (+121%) dei cinghiali abbattuti in controllo (a cui andrebbero aggiunti i cinghiali prelevati durante la caccia di selezione) a cui, tuttavia, non è corrisposta una contrazione dei danni che invece sono aumentati (+11%).
Il termine “prelievo” viene usato in ambito venatorio per creare un distacco dalla realtà. Stiamo sempre parlando di animali uccisi.
Cosa c’è scritto riguardo i metodi ecologici nei piani di controllo? In quello della provincia di Novara, a pagina 12 leggiamo:
Nel Parco del Fenera sono stati accertati, nel 2017, i primi danni da cinghiale dopo sei anni nei quali la realizzazione di una seria strategia di protezione delle colture (soprattutto dei vigneti) con recinzioni elettrificate ha permesso di azzerare questo problema. I danni del 2017 si sono verificati a seguito del cattivo funzionamento di una di queste recinzioni che ha permesso ad alcuni animali di penetrare all’interno di un vigneto.
Nel piano di controllo del Parco Naturale Alto Garda Bresciano e nella Riserva Naturale Regionale della Valle di Bondo, a pagina 13, leggiamo:
Il sempre più crescente numero di richieste di risarcimento che non trovavano sufficiente risposta nei rimborsi provinciali […] hanno determinato la necessità di intervenire con la posa di recinzioni elettrificate presso ogni singolo sito soggetto a danno.Tale strumento sembra infatti risultare l’unico modo per ridurre l’impatto del suide sulle coltivazioni agricole.
A pagina 15:
Dalla comparazione del prospetto dei danni con i grafici degli abbattimenti si evince che nonostante il numero degli abbattimenti sia considerevole ed in costante aumento, i danni nel corso degli anni non solo non diminuiscono ma sono anch’essi in costante aumento.
Nel piano di controllo del parco del Gran Sasso, a pagina 35, leggiamo:
Il sistema di prevenzione danni più efficace nel territorio del Parco è quello dell’utilizzo di
recinzioni meccaniche od elettriche. […] La prevenzione dei danni tramite recinzioni elettrificate necessita, per essere efficace, anche della collaborazione degli agricoltori, che devono effettuare la necessaria manutenzione delle reti per garantirne la funzionalità. Purtroppo non sempre si riesce ad ottenere la collaborazione del mondo agricolo e pertanto la tecnica deve essere integrata con azioni localizzate di contenimento numerico.
La legge dice che i metodi ecologici vanno applicati prima di passare agli abbattimenti! Se l’agricoltore non collabora, dopo che addirittura gli si è offerta una recinzione gratuita, non dovrebbe neppure avere il diritto di lamentarsi.
Sul piano di controllo del parco di Regionale di Veio, a pagina 15, leggiamo:
Si rileva inoltre che le attività di prevenzione (recinzioni elettrificate) funzionano perfettamente a protezione di particelle di terreno poco estese sulle quali insiste un’agricoltura di tipo intensivo (vigneti, orti e frutteti) ma di pregio dal punto di vista economico. Dalla fine del 2004, con l’intento di contenere i danni all’agricoltura e di alleggerire l’onere dei relativi indennizzi, l’Ente Parco ha iniziato a concedere in comodato d’uso gratuito le recinzioni elettrificate a basso voltaggio assegnandole agli agricoltori che ne facevano richiesta. Dal 2010 l’Ente ha potuto usufruire di fondi regionali specificamente destinati allo scopo (fondi per la prevenzione danni da fauna selvatica anni 2008-2009-2011 intensificando di molto l’attività di prevenzione, come riportato nel dettaglio nel par. 2.5.2.
Come esposto sopra si possono assegnare fondi regionali ad azioni di prevenzione, efficaci e durevoli nel tempo, anziché destinare importanti risorse agli abbattimenti, che come abbiamo più volte visto destrutturano i gruppi di cinghiali, rompono il meccanismo dell’estro sincronizzato, aumentando la diffusione e ampliando lo spazio territoriale di questi animali.
A pagina 16 del doccumento del parco di Regionale di Veio, leggiamo:
La riduzione dei danni è verosimilmente da attribuire all’intensificarsi dello sforzo impiegato dall’Ente nella prevenzione In fig. 8 si evidenzia come ad un incremento degli sforzi messi in campo dal Parco (anni 2010-2015) si assiste ad un contenimento degli importi liquidati.
I piani di controllo/abbattimento dovrebbero esistere solamente se i metodi di prevenzione ecologici falliscono, ma all’interno dei piani stessi è confermato, nero su bianco, che sono efficaci! Che, dove sono stati applicati, i danni sono cessati! Controllate i piani di controllo della specie cinghiale della vostra provincia e segnalateci se anche lì è confermato che i metodi ecologici, se applicati e manutenuti, funzionano.
Riflessione
Perché allora il mondo politico sceglie la strada degli abbattimenti per risolvere i danni all’agricoltura, se le nostre amministrazioni sanno che la soluzione è un’altra e che gli abbattimenti sono totalmente inefficaci o addirittura controproducenti?
Perché quasi tutti i partiti, da sinistra a destra, cercano di accontentare il mondo venatorio quando in realtà è solo una nicchia di elettori che è interessata ad ammazzare cinghiali?
Politici, vedete di darvi una svegliata. Isolate i cacciatori che sono tra di voi e impegnatevi nel rappresentare la maggior parte degli elettori, che è contraria alla caccia!
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