In Tribunale a Brescia è arrivato il turno della relazione del professor Andrea Mazzatenta, docente di Psicobiologia e Psicologia animale e insegnante della Scuola di specializzazione in Fisiologia e Fisiopatologia della riproduzione della facoltà di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo.
La gestione fondata quasi esclusivamente sull’abbattimento, ha modificato la dinamica di popolazione per destrutturazione dei branchi, aumento esponenziale degli individui, errantismo degli animali verso aree protette e urbane “effetto spugna”, aumento dei danni ai coltivi e compromissione della biodiversità.
Questo in sintesi quanto detto dal Consulente Tecnico intervenuto nel dibattimento.
“L’attività venatoria, ha affermato l’esperto, non è uno strumento di gestione perché chi spara lo fa alla cieca, eliminando esemplari senza alcuna discriminazione sul loro ruolo riproduttivo. Così, oltre a frammentare clan familiari altrimenti stabili, si facilita solo la riproduzione dei capi più giovani moltiplicando appunto la capacità di diffusione della specie”.
Sono stati ricordati anche altri effetti della persecuzione: “Gli spostamenti degli animali verso aree protette e urbanizzate nelle quali non si caccia, l’incremento del consumo delle risorse alimentari e la compromissione della biodiversità”.
Il caso dell’abbattimento cinghiali, una vicenda finita sotto la lente della Procura convinta di una malagestione della fauna selvatica da parte degli enti pubblici per favorire i cacciatori. Sotto processo otto amministratori di Provincia e Regione: l’ex presidente del Broletto, Pierluigi Mottinelli, l’ex comandante della polizia provinciale Carlo Caromani con gli ufficiali Dario Saleri e Gianluca Cominini, il funzionario dell’ex ufficio Caccia provinciale Raffaele Gareri, l’ex presidente dell’Ambito Oscar Lombardi, i direttori dell’Ufficio regionale Giulio Del Monte e Alberto Cigliati. Tutti imputati a vario titolo di peculato, animalicidio, macellazione abusiva, smaltimento illecito di carcasse, inquinamento. Un’inchiesta che scaturì dalle denunce contro le campagne di ‘contenimento’ delle bestie fucilate senza criterio e dalla segnalazione della commercializzazione illegale della carne di cinghiale alle sagre.
Leggi l’Articolo del Bresciaoggi sull’udienza che si è tenuta nel tribunale di Brescia il 09 Aprile 2021
https://www.bresciaoggi.it/territori/valcamonica/cinghiali-si-ascolti-la-scienza-1.8576849