05 - Danni alle colture: i metodi di prevenzione ecologici Pt.1
Oggi parliamo di prevenzione dei danni da parte della fauna selvatica.
La legge 157/92 all’articolo 19 comma 2, recita:
Le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l’Istituto verifichi l’inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento.
Abbiamo visto che la caccia è totalmente inefficace come metodo di contenimento della popolazione di cinghiali. Ma come metodo di prevenzione dei danni alle colture? Cioè ammazzare cinghiali fa in modo che la specie non entri più in un campo coltivato? La risposta è ovvia: no.
Senza barriere, qualunque altro animale non ucciso può entrare nel campo coltivato a nutrirsi. Lo dice anche ISPRA, che scrive:
“L’utilizzo prevalente dei prelievi” ovvero ammazzare cinghiali “può non risultare risolutivo, come peraltro sembrerebbe confermato dai dati riportati che evidenziano, sull’intera regione,” Abruzzo “tra il 2016 e il 2017, un incremento considerevole dei cinghiali abbattuti in controllo (+121%) (a cui andrebbero aggiunti i cinghiali prelevati durante la caccia di selezione) a cui, tuttavia, non è corrisposta una contrazione dei danni che invece sono aumentati (+11%)”.
(Parere Ispra su controllo del cinghiale nella regione Abruzzo per gli anni 2018-2020).
Quali sono i “metodi ecologici” per proteggere le colture?
Ce ne sono molti, ci permettiamo di segnalarne due.
Il primo: la recinzione elettrica. Sempre l’ISPRA, dichiara:
Le recinzioni elettrificate sono le più efficaci come metodo non cruento. La recinzione della coltivazione è ad oggi il metodo più diffuso ed efficiente di prevenzione dai danni da Ungulati. Sono particolarmente adatte per prevenire i danni alle coltivazioni causati dal Cinghiale, più che per le altre specie, a condizione di rispettare alcuni accorgimenti circa la scelta dei materiali e la manutenzione degli impianti.
(Impatto degli Ungulati sulle colture agricole e forestali: proposta per linee guida nazionali, ISPRA 2011).
Ma quanto costa una recinzione elettrificata? Come privati, abbiamo chiesto un preventivo. Ovviamente il costo varia in base alla quantità di materiale acquistato: più il campo da recintare è grande, più il costo per metro diminuisce. Si va dai € 4 per metro lineare fino all’euro per metro lineare per le recinzioni più lunghe.
Facciamo un esempio: per proteggere dai cinghiali un campo di due ettari (il cui perimetro è di circa 600 metri lineari) con una recinzione elettrificata a due linee di nastri adatta a prevenire l’ingresso ai cinghiali, con batterie ricaricate da pannelli solari, elettrificatori sotto chiave per prevenire furti, allarme nel caso in cui il sistema non sia in tensione, il costo è circa € 2.400. Per proteggere dai cinghiali un campo di 10 ettari (di forma rettangolare) con una recinzione con le stesse caratteristiche della precedente, il costo è di circa € 2.900 (poco più di due euro al metro).
I prezzi sono IVA inclusa (un imprenditore ovviamente l’iva la scarica). Per perimetri più grandi, come abbiamo detto, il costo diminuisce fino ad arrivare ad un euro al metro. I nastri elettrici sono garantiti 10 anni, se correttamente manutenuti e non volutamente danneggiati. Alcuni agricoltori lamentano che non vogliono fare manutenzione. Prendiamo atto.
L’imprenditore agricolo, per definizione, è un imprenditore.
Se io fossi una fotografa ed acquistassi macchina fotografica e flash ma poi mi accorgessi che per poter lavorare dovrei acquistare anche una schedina di memoria, cosa dovrei fare? Lamentarmi o acquistare la schedina di memoria e metterne in costo tra le spese della mia impresa cosicché l’anno successivo questo investimento mi sia scalato dalle tasse?
Se io fossi una fruttivendola ed affittassi un locale in zona di passaggio, acquistassi una cella frigorifera, gli espositori ed aprissi il negozio ma poi mi accorgessi che per lavorare mi servirebbe anche un furgoncino con cui andare tutte le mattine all’ortomercato ad acquistare la merce all’ingrosso, cosa dovrei fare? Lamentarmi o acquistare il furgoncino, magari con un finanziamento, e metterne il costo tra le spese della mia impresa cosicché l’anno successivo questo investimento mi sia scalato dalle tasse?
Perché l’imprenditore agricolo pretende di essere trattato in modo diverso, e cioè che le sue lamentele abbiano come risultato l’abbattimento di cinghiali (che, ripetiamo per l’ennesima volta, non risolvono il suo problema)? Capiamo che il problema cinghiali sia relativamente recenti. I genitori ed i nonni da cui ha ereditato l’attività, non avevano questi problemi e l’investimento in prevenzione non l’aveva previsto. Come abbiamo già spiegato, dovrebbe però lamentarsi con i cacciatori, che hanno causato il problema cinghiali, non con i cinghiali stessi, che semplicemente trovano del cibo disponibile e non protetto e se lo mangiano.
Attenzione che molte Province, Regioni e/o Parchi forniscono il materiale per le recinzioni elettriche agli agricoltori in comodato d’uso, cioè gratuitamente, attraverso la partecipazione ad appositi bandi, oppure con finanziamenti super agevolati.
Il secondo metodo che vi vogliamo segnalare sono i dissuasori acustici ad ultrasuoni. Già sentiamo i cacciatori scalpitare per asserire che non funzionano, perché gli animali inizialmente spaventati dal suono, nel giro di qualche ora si abituano ed il sistema non è più efficace. Questo accadeva trent’anni fa. Nel frattempo la tecnologia si è evoluta ed ora questi sistemi funzionano in modo diverso. Il suono, udibile solo dagli animali, non viene emesso in continuazione ma solamente quando un animale di una certa dimensione è nel raggio d’azione della macchina. Il suono emesso è sempre diverso, così l’animale non si abitua e si allontana, sempre. Questa macchina si chiama Escape ed è stata studiata, sviluppata e prodotta da Nantech, un’azienda Italiana. È già stata usata con successo in Toscana a protezione di vigneti pregiati in territori in cui non si voleva alterare il paesaggio con recinzioni elettriche. È stata sperimentata con successo in parchi naturali, orti, campi da golf etc. L’unico caso di intrusione all’interno del perimetro protetto si è verificato quando la batteria della macchina si è scaricata e non è stata prontamente sostituita con una carica. Nelle nuove versioni, la ricarica avviene con pannello solare ed il problema è stato eliminato.
Infine vi segnaliamo un fatto curioso
L’assessore all’agricoltura per la Regione Lombardia Fabio Rolfi ha accolto l’emendamento di Barbara Mazzali e tramite Commissione Bilancio, ha stanziato 200.000 euro per la manutenzione dei roccoli, una postazione di caccia utilizzato dagli uccellatori per catturare avifauna migratoria viva. L’utilizzo dei roccoli è vietato, rimangono ufficialmente solo a scopo ornamentale. Probabilmente qualcuno ha la speranza che il divieto di abbattere l’avifauna migratoria dai roccoli decada con una modifica della legge 157/92, ed in quel caso i roccoli in Lombardia sarebbero già pronti all’uso.
Ad ogni modo, con la stessa cifra, caro assessore all’Agricoltura, sarebbero potuti essere acquistati 200 chilometri di recinzioni elettrificate per proteggere i campi degli agricoltori che lamentano danni. Assessore all’agricoltura o assessore alla caccia?
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