Il 25 ottobre 2019 il Parco dei castelli Romani ha indetto un “incontro formativo/operativo sulla convivenza con il cinghiale nel territorio dei Castelli Romani“. Un incontro a cui erano stati invitati Amministratori dei Comuni del Parco, la Direzione Regionale Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette, la Direzione Regionale Agricoltura, Promozione della filiera della cultura del cibo, Caccia e Pesca, ASL di Roma 6.
Nonostante l’importanza dell’evento, si è registrata solo la presenza del dottor Andrea Monaco per la Direzione Regionale Capitale Naturale,Parchi e Aree Protette, nessuno per altra direzione regionale; la presenza dell’ASL RM6 e di un solo sindaco sui 15 invitati, in particolare il Sindaco del Comune di Nemi!
Il Parco dei Castelli Romani è fra i parchi che più applica e rispetta quanto disposto dalla legge 157/92, che indica come prioritaria l’applicazione dei metodi ecologici per la gestione della fauna selvatica. E infatti si è parlato dei vari metodi certificati attuati fino ad ora e della loro efficacia, della sostenibilità economica per i danni da cinghiale e si è dimostrato di come il prelievo numerico mediante cattura e/ o abbattimento non sia necessario.
Non possiamo che porre queste domande:
- Perché si è presentato un solo sindaco su 15?
- Esiste l’emergenza cinghiali?
- Come si può parlare di emergenza se ai sindaci neppure interessa sapere quali sono i risultati ottenuti all’interno del parco?
È un vero peccato che si sia disertato l’incontro con tecnici formati e per noi non può che essere conferma che la presenza del cinghiale è strumentalizzata unicamente per permettere ai pochi ma influenti cacciatori di ottenere un modo per sfogare la loro passione del fucile su vite altrui!