Cinghiali, il monito dell’etologo Alleva: «Non sono bestie feroci, l’errore è nutrirli»
articolo di Camilla Palladino successivo alla notizia e al video realizzato con uno smartphone nel maggio 2021, in cui si vede un cinghiale che «ruba» la spesa a un cittadino.
«In alcune zone di Roma – spiega il dirigente dell’Iss – sono i cittadini che danno da mangiare a questi animali. Ecco perché poi seguono le persone arrivando a rubare le buste della spesa». «Attenzione alle femmine che proteggono i cuccioli»
«Bisogna che le autorità territoriali insegnino ai cittadini gli elementi di base per una pacifica convivenza». Lo dice Enrico Alleva, etologo e dirigente di ricerca in biologia del comportamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss), a proposito della crescente presenza di cinghiali nel quadrante nord di Roma. «I cinghiali non sono animali feroci che assaltano», chiarisce subito Alleva. «Non dovrebbero attaccare nemmeno i cani. Tuttavia – aggiunge – uno dei predatori specifici degli ungulati è il lupo, quindi sono “programmati” per difendersi e spaventare i lupi. Quando un cane gli abbaia contro, il cinghiale potrebbe non fare distinzione tra l’uno e l’altro».
Per quanto riguarda le persone, «i cinghiali non si avvicinano di loro spontanea volontà, eccetto quelli che sono stati nutriti in passato e quindi vanno a chiedere cibo». Spiega infatti l’etologo: «Ho personalmente verificato che in alcune zone di Roma i cittadini nutrono questi animali. A questo punto può succedere che una persona esca dal supermercato con una busta e si veda inseguita da un grosso cinghiale. Ma lui non vuole attaccare, solo mangiare».
Quali altri comportamenti andrebbero evitati? «Avvicinarsi lentamente all’animale, soprattutto mentre sta mangiando, magari riprende ndolo con il cellulare. Il cittadino con il telefonino che si muove piano e in linea retta entra dentro l’archetipo del predatore», è il monito di Alleva, che ricorda di stare alla larga dalle «femmine che vogliono proteggere i cuccioli, che soprattutto in fase di allattamento sono particolarmente attirate da un certo tipo di immondizia urbana, più proteica rispetto ai cibi vegetali, quindi si vedono spesso per le strade».
Importante è anche non passare in «stradine strette o senza uscita che possano far sentire il cinghiale chiuso in trappola. Tutti questi elementi potrebbero spaventare l’animale e farlo mettere sulla difensiv a». La «madre di tutti i problemi», dice Alleva, resta l’ampia «disponibilità di cibo vicino ai cassonetti, che attira i cinghiali e gli altri animali, come topi e gabbiani, in maniera potente». Unito ai comportamenti sbagliati di alcuni residenti e alla difficoltà degli enti preposti di contenere gli ungulati all’interno dei confini dell’Insugherata, «il problema diventa esplosivo».