La proliferazione della popolazione del cinghiale e quindi anche l’aumento dei danni causati all’agricoltura e degli incidenti stradali, è conseguenza diretta della pressione venatoria nei confronti di questa specie.
Sempre più spesso i cinghiali vengono segnalati anche in città.
Per contrastare gli sconfinamenti da più parti si invoca un intervento dei cacciatori. “Ma consentire l’attività venatoria anche nelle pochissime aree protette, come quella del Vastese, sarebbe un grave errore e si rivelerebbe un boomerang, finendo per innescare la moltiplicazione di questi animali. E questo per una questione di feromoni”.
“L’abbattimento massiccio non diminuisce, ma aumenta il numero dei cinghiali. Soprattutto se attuato con la tecnica della braccata.”
È la conclusione cui è giunta la ricerca del professor Andrea Mazzatenta, docente di psicobiologia e psicologia animale della Facoltà di medicina veterinaria all’Università di Teramo ed esperto di feromoni.
In questa intervista video ci spiega le conclusioni cui è arrivata la sua ricerca.